I riti della Pasqua in Abruzzo. Penne, il Cristo di pezza e le monache di Malta.
I riti della settimana santa in Abruzzo
I riti della Settimana Santa sono caratterizzati da una forte spiritualità popolare.
Mettono in scena la pietà popolare per il Dio che si è fatto uomo e che come uomo soffre e patisce.
La settimana che precede la Pasqua è densa di eventi e celebrazioni che raccontano e fanno vivere la passione, la morte, la resurrezione e poi l’ascensione di Cristo. La assoluta simbiosi tra il dolore del Cristo e quello dei suoi fedeli trova sfogo catartico nelle processioni del venerdì santo a partire dal XVI secolo.
Assistere ai misteri pasquali nelle piazze abruzzesi è fare un tuffo nella tradizione autentica, è un contatto diretto con il sentimet delle genti.
Ogni cosa è scandita da regole ben precise, il cibo, gli addobbi, i ruoli nelle processioni.
Nelle processioni in Abruzzo, come nelle speculari spagnole, si rappresenta il dolore e tutta la comunità è coinvolta e rinnova ogni anno lungo le vie e tra le piazze il dolore e la sofferenza del Cristo. Un dolore scandito dal silenzio e dai passi di borghi vestiti a lutto.
La processione più antica è considerata quella di Penne Città d’arte e di mistero.
La statua del Cristo viene adagiata sul “Copertone”, una coltre di pregiato in velluto nero. Il copertone venne finemente ricamato nel 1860 dalla suore campane. La coltre è talmente bella e misteriosa e carica di simboli e disegni da rappresentare l’elemento centrale della processione pennese. (Approfondimentohttp://www.gelsumino.it/Di_Vincenzo/Il%20Gruppo%20ligneo.pdf )
foto Vestina news
i misteri e legende della settimana santa
Tutti i rituali popolari religiosi hanno un aspetto pagano che ricollega il rito a sentimenti ancestrali.
La processione del Venerdì Santo di Penne, in Abruzzo, non fa eccezione anzi sono molteplici gli aspetti misteriosi e leggendari che la circondano
il Cristo di pezza.
Parlando con F. D’Angelo Presidente e fondatrice presso Collezione Nato Frascà abbiamo sentito parlare del Cristo di pezza. La mente è corsa subito alle bambole che le bimbe si costruivano per giocare e i qualche modo non siamo andati lontano dal vero.
Questo antico simulacro, si dice venne costruito e venerato dalle monache di clausura di Penne, che non potendo recarsi alla processione e partecipare al dolore e alla commemorazione del Cristo ne ricostruirono a tal fine le sembianze.
Per anni questo Cristo tutto di pezza venne custodito in una teca nella bellissima Chiesa di San Giovanni Battista.da
Venne un giorno in cui si pensò di dare più consona casa al Cristo di pezza e ….qui inizia la legenda.
Al momento di trasferire il manufatto nella nuova teca, il cielo da sereno si coprì e il nero delle nubi venne squarciato da un temporale furioso e nefasto che lasciò tutte le suore prive della vista.
Questa leggenda viene raccontata anche dagli abitanti del luogo e passa di bocca in bocca tra i turisti che avvertono subito la grande spiritualità che aleggia nella chiesa.
Il Cristo di pezza è custodito nel mirabile Museo Diocesano di Penne ora in fase di ristrutturazione.
Il museo è ospitato in ambienti annessi alla cripta del duomo di Penne (ingresso e cortile, cripta, sala degli argenti, pinacoteca sala dei codici e saletta dei paramenti vescovili), appositamente restaurati.
I materiali esposti comprendono dipinti dalla fine del XIII al XVIII secolo, sculture dal XII al XVIII secolo, oggetti liturgici preziosi dal XIV al XIX secolo, codici dal XIV al XVIII secolo e paramenti vescovili del XVI-XVIII secolo.
Suore Gerosolimitane dell’Ordine di Malta
Ma chi erano queste Suore di cui questa legenda parla e che costruirono il Cristo di pezza?
Approfondendo l’argomento abbiamo scoperto altre particolarità sulla religiosità e la peculiarità della città di Penne.
Penne è stata la sede unica delle monache gerosolimitane dell’Ordine di Malta, unica la presenza di un ramo femminile nei Cavalieri dell’Ordine di Malta: monache del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di S. Giovanni Gerosolimitano
Gli storici fanno risalire l’origine delle monache di clausura di San Giovanni di Gerusalemme già prima della fondazione dell’Ordine di San Giovanni.
Essere il ramo femminile dell’ordine di Malta affianca queste suore di clausura alla figura dei cavalieri e in qualche modo ciò ci incuriosisce.
Siamo abituati a collegare l’ordine monastico alla mitezza e alla spiritualità e ci riesce difficile associare una suora ad una spada.
Eppure il Prof.re Paravicini Bagliani è chiaro “I membri dell’Ordine erano religiosi e cavalieri. Militari, perché cavalieri armati di spada. Religiosi, perché facevano voti di castità, povertà e obbedienza».”
Sicuramente c’è tanto altro da scoprire e da vedere in questa città d’arte che cela segreti e storia eppure già guardiamo con occhi diversi le sue tradizioni e le sue bellezze.
Ancora una volta l’Abruzzo ci sorprende con le sue particolarità e la sua storia, nascosta tra le vie e prepotentemente ancora viva nei palazzi nelle chiese e nei racconti popolari .